I nostri pensieri divengono il nostro mondo. Noi diventiamo ciò che pensiamo. Questo è l'eterno mistero. (Maitri Upanisad)

lunedì 1 ottobre 2012

Hamso upanisad


















1. Gautama disse: "O signore che conosci ogni legge, che sei esperto d'ogni scienza, con qual mezzo si desta la conoscenza del Brahman?".
 
2. Siva rispose: "Dopo aver riflettuto su tutti i Veda e aver conosciuto la dottrina di Siva, ascolta allora da me la verità, o Gautama, rivelata da Parvati".
 
3. Essa è un segreto che non deve essere divulgato, è simile a un tesoro per chi pratica Yoga, essa che concerne la conoscenza completa dell'anima e che dà come frutto la gioia e la liberazione.
 
4. Io voglio esporre la dottrina di Hamsa e paramahamsa ad un novizio padrone di te, in pace, devoto al maestro. Sempre bisogna ripetere "Hamso, Hamso". Con tale suono, il respiro penetra e permane in tutti i corpi, come il fuoco nel legno, come l'olio nel sesamo. Chi lo conosce non va alla morte. Dopo aver chiuso l'apertura anale, il praticante deve far salire il soffio dal centro chiamato adhara fino al manipura chakra, dopo essere passato attorno per tre volte allo svadhisthana deve poi, superato l'anahata, trattenere i soffi nella visuddhi, meditare sull'ajna e sul brahmarandhra, realizzare di essere la sillaba Om e riflettere continuamente sul ronzio che, dal centro adhara fino al brahmarandhra, è simile a un puro cristallo: questo si dice che è il Brahman, il supremo Atman.
 
5. Del mantra Hamso, l'autore è il cigno Hamsa, il metro è la gayatri, la divinità è il paramahamsa, la parte iniziale è Ham, la parte conclusiva è So, la parte centrale è So 'ham. Di giorno e di notte si deve ripetere  21.606 volte, meditando su sole, luna, Atman privo di macchie, Brahma immerso nel mistero: così rianimerà lo spirito che risiede nel corpo. Questo mantra, con l'invocazione rituale "ad Agni e Soma, Vausat ", è usato per il rito del Nyasa, che impegna le membra e le mani, cominciando dal cuore. Alla fine del rito si deve meditare sull'Atman, ossia sull'Hamsa che giace nel cuore dagli otto petali.
 
6. Il corpo dell'Hamsa è così costituito: Agni e Soma sono le ali, Om è la testa, il punto che sovrasta la mezzaluna è l'occhio o la bocca, Rudra e Rudrani sono i piedi e gli arti, Kala e Agni i due lati del corpo (destro e sinistro), conoscenza e rinuncia sono i due altri lati (superiore e inferiore).
 
7. Ed esso è il paramahamsa, lo Spirito Supremo, che risplende come dieci milioni di soli e penetra in tutto l'universo! Nella ninfea del cuore ci sono otto impulsi: nel petalo orientale c'è inclinazione alle azioni sacre, nel petalo sud-orientale sonno e ignavia, nel meridionale tendenza alla crudeltà, nel sud-occidentale inclinazione al male, nell'occidentale tendenza al piacere, nel nord-occidentale desiderio di viaggiare, nel settentrionale tendenza alla sessualità, nel nord-orientale desiderio di ricchezze.
 
8. Nel mezzo c'è la rinuncia, negli steli lo stato di veglia, nel pericarpo lo stato di sonno, nell'androceo lo stato di sonno profondo. Il quarto stato lo si raggiunge quando si è abbandonata la ninfea. Quando l'anima s'è dissolta nel nada, allora si dice che c'è lo stato che è al di là del quarto, al di là del pensiero, al di là dello stesso mantra Hamso, Hamso. E tutto così avviene per effetto del mantra Hamso, Hamso: da esso il pensiero è mosso. Si giunge a godere il nada ripetendolo dieci milioni di volte: tutto così avviene per effetto del mantra Hamso, Hamso. Il nada si manifesta in dieci modi: dapprima come cini, poi come cincini, il terzo grado è come il suono d'una campana, il quarto è come il suono d'una conchiglia, il quinto è come il suono d'una corda, il sesto è come un battito di mani, il settimo è come il suono d'un flauto, l'ottavo è come il suono d'un tamburo, il nono è come il suono d'una cassa armonica, il decimo è come il rumore d'un tuono. Bisogna tralasciare il nono grado e concentrarsi soltanto sul decimo.
 
9. Al primo grado si ha un suono simile a cincini, al secondo questo scompare, al terzo sopravviene una spossatezza, al quarto la testa trema,
 
10. al quinto il palato trasuda, al sesto si beve l'ambrosia, al settimo si conosce il mistero, all'ottavo si possiede la parola,
 
11. al nono il corpo diventa invisibile e si ha la vista divina, senza macchia, al decimo si raggiunge il sommo Brahman, nell'identità fra Atman e Brahman.
 
12. A questo punto l'intelletto si dissolve e nell'intelletto si bruciano desideri e dubbi, peccati e buone azioni. Appare l'eterno Siva, nella forma di Sakti, onnipresente, rilucente di per sé, puro, illuminato, senza fine, senza macchia, per sempre acquietato".

1 commento:

  1. Ho letto che nei Veda non è nominato Brahama ma solo il Brahman, invece qui è citato proprio Brahma. Le Upanishad fanno parte dei Veda?

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