I nostri pensieri divengono il nostro mondo. Noi diventiamo ciò che pensiamo. Questo è l'eterno mistero. (Maitri Upanisad)

giovedì 14 luglio 2011

Chinmudra, mudra della coscienza e Jnanamudra, mudra della conoscenza











Il dorso delle mani è appoggiato alla parte superiore delle ginocchia con abbandono. Così formiamo un triangolo con le braccia, che ha come vertice la testa.

Un senso di calma profonda, se rimaniamo in silenzio in questa posizione, ci pervade e ci colma, preparandoci alla meditazione o al prânâyâma.

Chin mudra ci aiuta a scendere nel nostro profondo. Pollice e indice sono uniti: l'unghia dell'indice sarà a metà del pollice, così da formare un cerchio, simbolo di unità; le altre dita sono invece tese, il palmo è rivolto verso l'alto. Il pollice rappresenta il sé profondo e l'indice il nostro ego. Quando l'ego scompare e si fonde nel sé, l'essere è realizzato.

Il mudra, con il cerchio realizzato tra pollici ed indici, rappresenta l'unione con la natura, l'unione del sè individuale con lo spirito universale.

La stesso mudra con il palmo rivolto verso il basso è Jnana mudra, mudra della conoscenza, la cui pratica regolare aiuta a stimolare la memoria, la concentrazione ed il processo di apprendimento.

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